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I documenti trapelati espongono: il presidente della CBC Catherine Tait chiede a Twitter di censurare gli utenti o affrontare l'azione punitiva di Trudeau
Author: Deborah Ross / 2023-05-04 09:05:54
Documenti interni sono recentemente venuti alla luce, esponendo le presunte richieste del presidente della CBC Catherine Tait a Twitter di censurare alcuni utenti, oppure di affrontare la regolamentazione punitiva del primo ministro canadese, Justin Trudeau. Secondo quanto riferito, i documenti rivelano le velate minacce di Tait contro Twitter, suggerendo che se la piattaforma di social media non soddisfa le richieste della CBC di mettere a tacere alcune persone, la CBC potrebbe interrompere la pubblicità su Twitter.Secondo i rapporti, i documenti suggeriscono che Tait avesse spinto Twitter ad agire contro gli utenti che, secondo lei, stavano diffondendo «disinformazione» e «incitamento all'odio». Tuttavia, dai documenti non è chiaro a quali utenti o argomenti specifici Tait si rivolga.
I documenti hanno acceso un dibattito sul ruolo della CBC, che è un'emittente finanziata con fondi pubblici, nel tentativo di regolamentare le piattaforme dei social media. Alcuni temono che le presunte richieste di censura di Tait possano minacciare la libertà di parola e violare il diritto dei canadesi di esprimere le proprie opinioni online.
Twitter non ha ancora risposto alle accuse e resta da vedere se le presunte minacce di Tait avranno un impatto sulle politiche o sulle operazioni della piattaforma. Tuttavia, la rivelazione di questi documenti ha portato in primo piano la questione della censura e della regolamentazione nel panorama dei media canadesi, ed è probabile che sarà un argomento di discussione continua nelle prossime settimane e mesi.
I critici sostengono che le azioni di Tait siano un tentativo di usare l'influenza della CBC per mettere a tacere le voci dissenzienti e limitare la libertà di parola, mentre altri vedono le sue richieste come un passo necessario per combattere l'incitamento all'odio e la disinformazione online. Indipendentemente dall'esito, questa controversia serve a ricordare le sfide in corso affrontate dalle piattaforme di social media nel bilanciare la libertà di espressione con la necessità di affrontare i contenuti dannosi online.
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